Ci sono figli di personaggi famosi che sono rimasti sconosciuti o che hanno vissuto di gloria riflessa del genitore famoso. Non è il caso della protagonista di questa storia che, al contrario, è divenuta famosa senza alcun aiuto e solo per la sua intelligenza e capacità.
“Per quanto io possa comprendere bene, ciò che capisco può essere soltanto una frazione infinitesimale di tutto ciò che voglio comprendere”. Sono parole di Augusta Ada Byron, contessa di Lovelace, meglio nota come Ada Lovelace.
Nel 1829, a causa del morbillo, Ada rimase paralizzata e costretta a rimanere a letto per quasi un anno. Solo nel 1831 tornò a camminare con l’aiuto di grucce.
Una madre violenta e che non fa altro che ricordarle che “Tuo padre è scappato proprio perché sei nata tu” e fece ogni sforzo per orientare la sua educazione verso la matematica, terrorizzata dall’idea che potesse dedicarsi alla poesia e seguire le orme paterne.
Il rapporto con la madre va di giorno in giorno deteriorandosi, anche per via delle continue bugie che la donna le racconta e per le botte.
Un giorno schiaffeggia Ada per una sciocchezza, un'altra volta le dà uno strattone al braccio così forte che i lividi le restano per una settimana.
Passano gli anni e Ada cresce, ma il senso di colpa non la abbandona. Le domande nella sua testa si moltiplicano, ma non le rivolge più alla mamma.
Da sola, si sforza di capire come funziona il mondo, come sono i rapporti tra le persone, e perché alcune famiglie sono unite e felici e altre invece no. Diventa una brava osservatrice, Ada. Molto curiosa e in grado di capire velocemente i fatti e le situazioni che si trova davanti.
I libri sono i suoi compagni preferiti. È lì che cerca le risposte, soprattutto in quelli di scienza e matematica.
Ada cresce, la casa è piena di libri di matematica, cerca nei numeri quell'equilibrio, quella tranquillità e quella stabilità emotiva che le mancano.
A otto anni completa uno studio sulle abitudini della sua gatta, a dieci progetta un sistema che dovrebbe permettere al cane di volare, a undici si mette ad osservare il moto di Giove in cielo, esattamente come ha fatto Galileo.
Ma i problemi più grandi da risolvere non sono quelli legati ai numeri, purtroppo.
A 17 anni Ada riceve lezioni di matematica da Mary Somerville – una scienziata e divulgatrice autrice di libri adottati dallll'Università di Cambridge e discussi alla Royal Society, istituzioni a cui le donne allora, peraltro, non avevano accesso.
Nel 1834 Ada incontra il matematico Charles Babbage a una festa nei salotti londinesi dove si riuniva la crème del mondo scientifico.
Ada si incuriosì in particolare quando Babbage mostrò agli invitati la macchina differenziale alla quale stava lavorando, uno strumento meccanico capace di risolvere ogni tipo di funzione polinomiale sfruttando il metodo delle differenze finite.
Il matematico venne colpito dall'intelligenza della giovane e così i due iniziarono a collaborare a distanza, nonostante i 24 anni di età che li separavano.
Tra il 1842 e il 1843 sviluppa un algoritmo per il calcolo dei numeri di Bernoulli che, se tradotto in un linguaggio di programmazione, funzionerebbe su un moderno computer.
Ada ha scritto il primo esempio di software pensando alla Macchina Analitica progettata e mai realizzata da Charles Babbage, una calcolatrice meccanica, con l’architettura dei moderni calcolatori elettronici (memoria, unità di calcolo e di controllo, dispositivo di input/output) che sarebbero stati introdotti, per altra strada, solo fra gli anni Trenta e Quaranta del Novecento.
Ha intuito con lucidità le potenzialità della macchina che ancora non esisteva, e compreso, se non meglio di Babbage in modo diverso, come potesse essere usata per operare non solo con numeri, ma con simboli anche astratti, fossero algebra o musica.
Ada è' circondata da relazioni familiari complicate e situazioni più grandi di lei, ma questo contribuisce a renderla una donna forte e detreminata a cambiare la propria vita. Per prima cosa, decide che è arrivato il momento di sposarsi, e lo fa, nel 1835, con un uomo che la corteggia appassionatamente, un certo William King Noel, conte di Lovelace. Ne prende il nome ed ecco 'nascere' Ada Lovelace.
Qualche anno dopo, nel 1837, Babbage presentò il suo nuovo progetto: una macchina analitica fondata su un sistema di schede perforate (su modello di quelle usate nel telaio di Jaquard) capace di svolgere qualsiasi operazione.
Ada sostenne l'idea di Babbage, approfittando dell'occasione per avviare con lui una collaborazione più stretta.
Dopo la presentazione del progetto di macchina analitica a Torino, nel 1842, l'ingegnere e matematico italiano Luigi Menabrea scrisse un articolo sul suo funzionamento.
Babbage propose ad Ada di tradurlo, consentendole anche di aggiungervi alcune note personali.
Il risultato fu una serie di commenti illuminanti sullo scopo della macchina - che secondo Ada avrebbe potuto elaborare anche informazioni non numeriche - e sui limiti dell'intelligenza artificiale, pubblicati su "Scientific Memoirs" nel 1843.
Nella "Nota G" alla famosa traduzione, la Lovelace ideò e descrisse un algoritmo (una serie finita di istruzioni per risolvere un problema) che doveva permettere alla macchina analitica di calcolare un elemento della serie dei numeri di Bernoulli senza dover calcolare i suoi precedenti.
A partire da una funzione definita da Babbage, Ada riuscì quindi a sviluppare il primo programma per un calcolatore: il primo esempio di software della storia. Fu la scoperta più innovativa della scienziata, che gettò le basi della moderna informatica.
Ada è diventata una delle donne più famose d'Inghilterra, e anche in tutta Europa la stimano per il suo indiscusso talento nel campo della matematica. Da parte sua, però, non si definisce solo “matematica”: usa parole come “analista e metafisica”.
Man mano che il lavoro con Charles va avanti, ottiene risultati sempre più incredibili, ed è proprio lei che si accorge di avere di fronte un nuovo oggetto che presto cambierà le sorti del mondo.
Ne parla come “una macchina capace di essere uno strumento programmabile, con una intelligenza simile a quella dell'uomo”. In un diario scrive anche di non ritenere plausibile che la macchina in questione “possa divenire con il tempo una macchina pensante, però ci arriverà vicino”.
Alla fine del libro inserisce un nuovo algoritmo per il calcolo dei numeri di Bernoulli (cioè serie di numeri calcolate da un matematico svizzero, che sembrano molto complicate ma in realtà servono a risolvere problemi ancora più complicati).
L’algoritmo di Ada viene oggi riconosciuto come il primo programma informatico della storia. Da quella sua traduzione Alan Turing, il celebre matematico inglese alla cui vita è ispirato anche film premio Oscar 'The imitation game', prenderà l’ispirazione necessaria per costruire il primo computer.
Colpita da un cancro all’utero all’età di 36 anni alla stessa età in cui era morto il padre. Passò il suo ultimo anno di vita controllata da sua madre che le tenne lontani amici e confidenti e la persuase ad affidarsi alla religione.
Lei, convinta materialista che aveva sempre perseguito i lumi della razionalità, fu in totale balia della volontà di sua madre che ne divenne anche l’esecutrice testamentaria.
Dal 30 agosto del suo ultimo anno di vita perse il contatto con suo marito, dopo avergli confessato qualcosa che lo spinse ad abbandonarla: non è nota la natura di tale confidenza, ma si ipotizza che potesse trattarsi di adulterio.
Fu seppellita accanto al padre, Lord Byron morto quando lei aveva 8 anni e che non aveva mai frequentato, nella chiesa di santa Maria Maddalena a Hucknall (nel Nottinghamshire), dietro sua richiesta.
Ada Lovelace è l'esempio di una delle tante donne che dedicano la loro vita alla scienza e alla ricerca ma, come tante altre, il suo contributo è stato a lungo ignorato e sottovalutato.
Note:
Nel 1979 il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, per unificare i linguaggi di programmazione da impiegare sui propri sistemi, finanziò lo sviluppo di un nuovo linguaggio, chiamato poi Ada in suo onore.
Nel 1991, presso lo Science Museum di Londra, viene costruita per la prima volta l’intera macchina di Babbage.
Ada Lovelace è il nome dell'architettura per chip GPU di Nvidia di prossima produzione.
Michele magno, saggista: "Preferiva, è vero, gli algoritmi alla poesia, ma la sua scelta – sostiene Holt – si fondava su un'idea altamente romantica del proprio genio, in perfetto stile byroniano. Anche lei era probabilmente "matta e cattiva", come suo padre fu definito dall'amante Carolyne Lamb. Giocatrice d'azzardo patologica e sfrenata cocotte, tendeva all'isteria e spesso era stordita dall'oppio. Dopo la traumatica separazione dal marito, lady Byron le impose un'educazione a base di somme e divisioni. E, per raffreddarne le passioni adolescenziali, la obbligò a studiare un manuale in sei volumi di Euclide."
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